La Compagnia tReatro con Giancarlo Molaschi, Fiorenzo Gnesi e la regia di Elisa Tagliati, mette in scena “Il calapranzi” di Harold Pinter del 1957, opera complessa nella sua apparente banalità e che accompagna inquietantemente i tempi che corrono nella loro surrealtà quasi distopica: due personaggi, Ben e Gus, sono in una stanza in attesa di un lavoro da eseguire e dettato da regole e ordini assurdi calati dall’alto che loro cercano di soddisfare senza criticità e senza discussione. Ben è il più autoritario e trascorre il tempo leggendo il giornale, Gus invece è più passivo ma si pone delle domande, le quali però non trovano mai risposta. Ne derivano dialoghi vuoti, illogici, irrazionali. L’attesa è snervante ed i due riempiono il loro tempo parlando di cose futili, in un crescente stato ansioso che li porta allo scontro verbale e a un finale aperto al quale lo spettatore potrà dare la propria personale interpretazione. Un lavoro approfondito sul testo ha permesso agli attori di offrire un’interpretazione il più ricca possibile di sfumature della tragica ambiguità pinteriana.

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